28a edizione della Coppa Latina: 1° Spagna, 2° Italia, 3° Francia, 4° Portogallo.
Balza all’occhio immediatamente l’ultimo posto del Portogallo: prima volta della sua storia nella Coppa Latina. Dieci passi indietro per la formazione lusitana, ferma a 0 punti, dopo aver vinto due tornei consecutivi nel 2014 e 2016, nonostante un parco atleti di primissimo livello ed un progetto altrettanto di primissimo livello. Poi guardi che si sono classificate tre squadre a sei punti. Allora qualche domanda te la fai, ma la risposta è semplice: Spagna, Italia e Francia hanno dimostrato, in pista, di essere state migliori del Portogallo, e si sono presentate meglio a questa manifestazione, e tutte e tre in modo diverso. La Spagna ha iniziato con un gioco esplosivo che ha sorpreso tutti, compresa l’Italia che ha subìto una pesante sconfitta 6 a 2, non riuscendo mai ad impostare il proprio gioco, schiacciata sino all’ultimo minuto dalla frenesia spagnola. L’Italia: inizialmente sorpresa dal “tornado” Spagna è riuscita a rialzarsi subito, piegando i padroni di casa che solo 24 ore prima avevano bloccato il Portogallo sul 4 a 3. Un “diesel” che ha portato i suoi frutti, dimostrando la crescita dell’hockey italiano, tecnico e soprattutto tattico, con una consapevolezza direttamente proporziale ad un tasso talentuoso che nello stivale non si vedeva da almeno 20 anni. Merito della Federazione e dello staff tecnico che ha saputo creare un progetto contro il classico scetticismo campanilistico. Ma a crescere in questa tre giorni in Francia è stata proprio la squadra padrone di casa. Un progetto nato dalla “triade” dei fratelli Di Benedetto che sta trascinando a livelli mai visti l’Equipe de France: un progetto nato in sordina dallo staff tecnico francese che ha progressivamente ed esponenzialmente aumentato il peso nell’hockey europeo e sta trascinando tutto il continente ad alzare l’asticella, non solo a livello tattico ma soprattutto a livello tecnico. Sarà anche merito dei Campus estivi, fondamentali per affinare tecnica e consapevolezza, ma soprattutto è merito di una Francia, che nonostante un livello comunicativo ancora embrionale (solo grazie a Facebook abbiamo appreso le uniche notizie del movimento francese), riesce a ben figurare. Forse meritava di più la Francia di Savreux: aver battuto Portogallo e Spagna in una competizione unica è da annali della storia hockeystica, mai accaduto. Contro l’Italia è mancato quel cinismo che poi ha dimostrato ieri nella gara contro la Spagna, forse troppo rilassata dopo la “victorie” contro il Portogallo. Ma questa formazione transalpina lavora in sordina: certo era un’occasione unica per vincere un trofeo, pure in casa; era anche un occasione per l’hockey francese per battere la porta delle tre regine europee (non solo sotto il profilo tecnico ma anche di tifo). Occasione persa? SNI (un po’ sì, un po’ No. Perchè sono sicuro che, se non quest’anno negli Europei di Luglio, ma entro i Mondiali di Barcellona, rivedremo una Francia con la stessa voglia e stessa determinazione della Coppa Latina di Saint Omer, perchè il talento ed il lavoro intrapreso dalla Federazione Francese avrà i suoi frutti entro breve. Ora però è il movimento francese che deve fare il salto di qualità che già sta dimostrando nelle nazionali giovanili, con talenti di notevole interesse europeo. Lo stesso passo di qualità che dovranno alzare tutte le altre nazionali per rimanere aggrappati ad un podio non più riservato a loro. I progetti se ben costruiti e condivisi, potrebbero stupire tutti gli addetti ai lavori. Quello che mi aspetto da oggi in poi, però, è un maggior seguito per la Coppa Latina, bistrattata e poco condivisa: rappresenta la cartina tornasole del movimento che arriverà a breve sulle piste europee con i migliori talenti cristallini. E quello che auspico che Italia e Francia ritornino a parlare di hockey nella carta stampata e che i media, pure quelli social e pure quelli ufficiali, ci seguino sempre di più perchè tutte queste quattro nazioni meritano lo stesso seguito e lo stesso trattamento, in quanto il tasso tecnico di tutte e quattro sono di primissimo livello. Chiudo decretanto il mio personale MVP, Cesar Carballeira. Un uomo totale che ha avuto una crescita esponenziale in pochissimi mesi: grande tecnica, determinazione e senso della squadra, tre elementi fondamentali per diventare un Campione. Merita però anche una menzione Carlo Di Benedetto, top scorer della manifestazione: un giocatore umile e disponibile, che si è immolato per la causa francese con straordinaria forza e determinazione, e rappresenta a pieno lo spirito francese che vuole emergere dall’anonimato, che ho menzionato poche righe fa.
Consentitemi di spendere due parole sulla mancata diretta integrale di ieri sera sulla nuova piattaforma di CERHTV. E’ stato un test necessario per implementare una miglioria sotto il livello tecnico e televisivo per il futuro: i risultati sono stati buoni con una media di circa 1000 spettatori a gara. E’ andato tutto bene, fino a pochi minuti dall’inizio dell’ultima partita: la scheda video di acquisizione ha progressivamente smesso di funzionare da un momento all’altro, mandando in fumo un evento che stava funzionando alla grandissima. Noi ci scusiamo ancora: mai ci saremo aspettati un problema di questo tipo, soprattutto dopo sole 10 ore di diretta. Speriamo che anche tutti i tifosi europei apprezzino questo sforzo di dare più qualità al prodotto “rink hockey” consci che la miglioria deve essere a 360°, telecamere comprese. In Francia abbiamo iniziato questo nuovo percorso che ci porterà ad uno standard sempre più alto, anche nelle manifestazioni considerate di secondo piano.
Appuntamento agli Europei di Luglio a La Coruna, ma prima le due finali europee di Coppa CERS ed Eurolega con due bagni di folla che daranno sempre più risalto al nostro movimento.
Stefano Zamperin, Press CERS-RinkHockey